i miei accounts:

facebook: http://www.facebook.com/Morena-Giacometti
twitter: @flairforbeauty
instagram: FLAIRFORBEAUTY


venerdì 20 aprile 2012

Beauty Coach

Quante volte vi è capitato, davanti allo specchio prima di pettinarvi o truccarvi, di desiderare che comparisse magicamente una fata madrina, con la sua bacchetta magica, pronta a trasformare il vostro aspetto in meglio? 

Beh, io ho sempre desiderato ESSERE una fata madrina! Per le mie amiche o colleghe che mi chiedevano consigli su abbigliamento, make-up o cura dei capelli, avrei voluto essere una creatura magica in grado di soddisfare i loro desideri ed aiutarle ad essere più belle, più sicure e quindi anche (un pochino) più felici! 

Cosa ne direste se poteste contare su una figura professionale che fosse in grado di consigliarvi non solo il tipo di abbigliamento, pettinatura e make-up che maggiormente esalta i vostri pregi e minimizza i difetti, ma che fosse in grado anche di mettere a punto insieme a voi una routine beauty da poter seguire poi da sole, consigliandovi addirittura quali prodotti utilizzare? 


Io credo che in Italia questo tipo di professionista non esista ancora; esiste l'estetista, certo, che in alcuni casi può essere una affidabilissima make-up artist ed esperta di trattamenti beauty, ma difficilmente potrà assistervi e consigliarvi anche in tema di capelli e abbigliamento. 

All'estero questo tipo di figura esiste già, e non solo per le star come si potrebbe pensare: chiunque - a prezzi del tutto accettabili - può avvalersi della consulenza di un "beauty advisor" o "style coach" e cambiare in meglio la propria immagine affinando la cura di se stesso fin nei minimi particolari, dallo sbiancamento dei denti, a trattamenti consigliati per la cura ordinaria della pelle, alla scelta del make-up, del taglio di capelli giusto, dello stile del guardaroba e persino degli accessori! 


Ovviamente io non punto così in alto, e comunque mi piace già "mettere il becco" dando consigli di stile e beauty laddove qualcuno me lo chiede espressamente... però che sogno sarebbe poter diventare una vera e propria "beauty coach"! 

Voi cosa ne pensate? Vi affidereste ad una simile figura professionale, oppure dubitate che sia possibile sintetizzare tutte queste conoscenze - a livelli sufficientemente alti - in una sola persona?

Rispondetemi, mi interessa conoscere la vostra opinione.. io intanto metto giù il progetto del mio studio di Beauty Coach e progetto il logo ;-) 

Per fortuna sognare non costa nulla!!!

lunedì 16 aprile 2012

giovedì 12 aprile 2012

Restless - L'amore che resta


..che vuol dire "inquieto".. come me! Il titolo di questo film ha fatto presa su di me prima ancora che io potessi capire di che argomento trattasse. Io mi sento così da una vita: inquieta, sempre alla ricerca, sempre tesa verso il resto del mondo. Sono onnivora di vita, mi interessa tutto – almeno da conoscere – poi è chiaro che scelgo cosa mi piace e cosa no... ma è buffo perché, al contrario, col cibo sono selettiva a livelli patologici.. mah! Misteri della vita.
Tornando al film, l'avevo "lumato" nei siti che trattano di uscite cinematografiche quando ancora non era presente nemmeno nelle sale, poi ho atteso pazientemente che esaurisse il suo iter e finalmente, lo stesso giorno in cui il dvd si è reso disponibile all'acquisto, l'ho comprato: ero sicura che mi sarebbe piaciuto – non avevo bisogno di vederlo prima, per saperlo.
da IMDB.com

E così è stato. Certo, l'idea è un pò scopiazzata.. chi conosce il classico del 1971 "Harold & Maude" sa di che parlo: quella era la storia (geniale e ancora inarrivabile) di una vecchia signora che sa davvero godersi la vita e di un ragazzino depresso che passa il tempo a simulare tentativi di suicidio: si incontrano e si innamorano, o per lo meno si legano intensamente per un tratto di vita (l'ultimo per lei) dopodiché nulla sarà più come prima.

Questa invece è la storia di due adolescenti che – come già per Harold & Maude – si incontrano ai funerali. Paradossalmente, tra i due, quella più amante della vita è lei, che poi si scoprirà essere malata terminale di cancro, mentre lui – che soffre per la morte prematura dei genitori, vivendola come un inaccettabile e ingiusto atto di abbandono, farà pace con se stesso e con il resto della vita che avrà da vivere.
da mymovies.it
Non svelo il finale per non rovinare il gusto a chi abbia intenzione di vedere il film, ma ho trovato geniale l'idea di collocare i due protagonisti in un'età così poetica e unica come l'adolescenza: è un momento che non ha eguali nell'evoluzione di un essere umano. Tutto sembra assoluto, i sentimenti sono violenti e intensi come difficilmente saranno mai più nella vita, e questa premessa è determinante per lo svolgersi delle azioni dei due personaggi: due adulti non avrebbero reagito allo stesso modo alle beffe del destino, né vissuto la vicenda con lo stesso coinvolgimento del tutto privo di cinismo.

Ragazzi così giovani, per quanto si atteggino a duri, sono indifesi davanti ai colpi che la vita spesso riserva, e anche quando si sforzano di nascondersi dietro una maschera di aggressività o di indifferenza, si vede in trasparenza lo stupore sincero e lo smarrimento che provano ogni volta che qualcosa di imprevisto li colpisce.

La scelta degli interpreti è secondo me azzeccatissima: personalmente amo già Mia Wasikowska per altre interpretazioni che ho molto apprezzato (è giovane ma si sta dando da fare, ha girato tanti film) oltreché per il suo viso così semplice eppure così speciale. Henry Hopper mi ha convinta, anche se è a tratti inquietante la somiglianza con il padre Dennis. 
Ho trovato particolarmente coinvolgente l'ambientazione e il ritmo - sapientemente dato dall'evolvere delle stagioni - che fa da sfondo alla vicenda umana dei protagonisti Annabelle ed Enoch.
 
Più di tutto, però, mi ha conquistata la naturalezza con la quale i due, entrambi "emarginati" per motivi molto diversi tra loro, si attraggono, si riconoscono, si capiscono a vicenda. E' la mia idea - ed anche la mia esperienza personale - dell'innamoramento: due persone fra milioni di altre si legano in maniera istintiva e a volte inspiegabile, almeno all'apparenza. Non serve analizzare o farsi domande, perché succede tutto da sé, come se fosse logico e inevitabile, e quanto la cosa abbia senso ce lo dice la pace e la completezza che proviamo stando accanto all'altra persona.   

Contrappunto equilibratissimo è dato dalla figura del kamikaze fantasma, che è testimone della storia d'amore di Annabelle e Enoch senza aver potuto mai vivere la propria, tratteggiata poeticamente soltanto dal testo della lettera d'addio che non ha mai avuto il coraggio di consegnare alla sua inconsapevole amata.

Infine, da brava fashionista, menzione speciale per l'abbigliamento di lei, che pare voler provare tutto per paura che le resti poco tempo da vivere: e via con un delirio di abiti vintage mischiati con un'incoscienza così leggera che alla fine risulta gradevole.